L’andamento dei NPE (Non Performing Exposure) registra, per la prima volta da anni, un incremento dei tassi di default per i crediti concessi a famiglie e imprese. L’ultima volta che si era rilevato un trend simile risale al giugno 2019, in un periodo antecedente la pandemia e gli interventi governativi a sostegno del credito. L’aumento del rischio di credito rilevato a giugno 2022 vede per i tassi di default bancari, un incremento su famiglie e imprese, probabilmente collegato anche alla fine dei piani di preammortamento della finanza agevolata.
Nel corso del 2022 si è registrato un aumento dei volumi dei crediti classificati Stage 2 (crediti performing che manifestano un incremento significativo del rischio di credito) e in UTP (Unlikely to Pay).
Per quanto riguarda i crediti classificati in Stage 2, rispetto alle rilevazioni precedenti, i settori con una quota maggiore di crediti che manifestano un significativo incremento del rischio rimangono il settore delle costruzioni e delle infrastrutture e il settore dei servizi.
I settori con una quota ridotta di esposizione sono, invece, quelli di estrazione oil & gas e chimica e farmaceutica. L’analisi della quota di esposizioni in stage 2 per natura giuridica rivela, inoltre, che il 68% è collegabile a società di capitali.
Per quanto riguarda le inadempienze probabili (UTP), l’analisi conferma quanto già rilevato a fine 2021: tra i settori più presenti si evidenziano quelli dei servizi finanziari, il settore immobiliare, le costruzioni e l’intrattenimento, confermando gli effetti negativi che la crisi pandemica ha avuto su questi comparti. Quelli meno presenti risultano essere, invece, l’industria farmaceutica, elettronica e chimica.
Analizzando le dinamiche dello Stock NPE emerge che sono state effettuate operazioni per circa 19 miliardi di euro, di cui l’84% collegata a portafogli NPL e il restante 16% a UTP.
Aumentano invece le procedure esecutive mobiliari per un 12% arrivando a circo 180.000 nei primi 8 mesi dell’anno. Invece il trend delle liquidazioni giudiziali risulta in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-19%). Nello specifico, nei primi 9 mesi del 2022 sono stati iscritte nei tribunali italiani circa 5.405 procedure di liquidazione giudiziale. Il calo percentuale è diffuso su tutto il territorio italiano e, in generale, lo stock è distribuito: per il 26% nel centro Italia, il 24% al sud, il 23% nel nord-ovest, il 15% nel nord-est e il restante 12% nelle isole.
A causa del deterioramento del quadro economico generale, il trend potrebbe subire un’inversione nel prossimo futuro a meno che non si attivino gestioni proattive delle situazioni più in difficoltà, sfruttando anche gli strumenti messi a disposizione dal Nuovo Codice Crisi d’Impresa, entrato in vigore a luglio 2022.
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