Cessione del credito: detrazioni

La cessione del credito è l’opportunità per le aziende di vendere ad un fornitore terzo un credito che avanza da un debitore insolvente. Si tratta dei cosiddetti “crediti deteriorati” (NPL).
Questa transazione ha effetti anche dal punto di vista fiscale.

 

Le parti nella cessione del credito

Il soggetto che vende prende il nome di cedente e quello che acquista si chiama cessionario; il debitore, invece, diventa il ceduto.
Il ceduto non può opporsi all’operazione, ma deve essere avvisato tramite notifica da parte del cessionario.
Per quanto riguarda la cessione dei crediti delle Pubbliche Amministrazioni occorre invece l’approvazione del soggetto ceduto.

 

I vantaggi della cessione

Va precisato che il cessionario non paga al cedente l’intero valore del credito deteriorato, ma in percentuale inferiore. Ma i vantaggi per chi vende sono diversi.

Anzitutto si ottiene subito della liquidità. Poi, si evitano le spese, le lungaggini e tutti gli imprevisti del recupero crediti. Inoltre, altro beneficio è quello fiscale: i crediti ceduti, infatti, possono essere portati in detrazione.

Il Testo Unico delle imposte sui redditi (TUIR – art. 101, comma 5°) prevede che è possibile ottenere la “deducibilità delle perdite su crediti”, tutte le volte che il contribuente dimostra che l’attività di recupero è stata infruttuosa. Lo conferma anche l’Agenzia delle Entrate.

La defiscalizzazione di un credito è quel processo che permette ad un creditore di detrarre dall’importo del suo credito l’incidenza di un’imposta. Grazie a questo strumento si alleggerisce il carico fiscale ed è possibile determinare con maggiore certezza il reddito imponibile di un’azienda.

 

Le formule della cessione del credito

Esistono due tipologie di cessione del credito.
La formula pro soluto è quella più scelta dai cedenti. Questo perché in questa tipologia di cessione il cedente ha pochi obblighi: deve dimostrare che il credito esiste, che il ceduto è tenuto pagare (i lavori sono stati eseguiti a regola d’arte, ad esempio) e che la legge consente quel tipo di credito. Dopodiché è una questione tra cessionario e ceduto.

Nel pro solvendo invece, se il cessionario non ottiene il credito dal ceduto, può rifarsi sul cedente: sostanzialmente, è questa la differenza.

Vi sono poi anche dei crediti che non possono essere ceduti. Per esempio quelli di carattere personale, quelli contratti da soggetti interdetti e da minori, quelli di carattere alimentare (articolo 1260 del codice civile), ecc.

 

Ge.Ri. e i crediti NPL

Ge.Ri. si occupa di recupero crediti dal 1994. Tra i servizi che offre c’è anche la gestione dei crediti NPL, ovvero crediti commerciali non performanti, di origine bancaria, finanziaria e dal comparto utilities.
L’acquisto da parte di Ge.Ri. si svolge semplicemente in tre azioni: si stipula con il cedente un accordo di riservatezza relativo al necessario scambio di dati; si esegue un’analisi della situazione del debitore, per poi determinare il valore della proposta di acquisto; si stipula il contratto e si versa al cedente il corrispettivo pattuito.

Tra i punti di forza di Ge.Ri. vi sono la presenza di cinquecento professionisti, una clientela prestigiosissima e una dimensione internazionale.

Per saperne di più, contattateci.

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