Il recupero crediti nel Regno Unito

Il Regno Unito ha attraversato quest’anno un doppio colpo: l’emergenza della pandemia dovuta al Covid 19 e la Brexit, divenuta effettiva il 1° gennaio 2021. Come gestire questi cambiamenti nel recupero crediti?

Brexit e imprese 

Anche per le imprese italiane la Brexit può rappresentare un ostacolo. Lo scorso anno, infatti, le vendite di beni italiani verso la capitale del Regno Unito hanno registrato un incremento del 4,7%; superiore al 2,3% dell’export complessivo dei beni italiani.

Ciò nonostante, questi buoni risultati rischiano di non ripetersi nell’anno corrente. In primo luogo, a causa di un mancato accordo economico e politico tra gli Stati. In effetti, invece che aumentare, l’export potrebbe subire un rallentamento dovuto all’adozione di un dazio medio sui prodotti europei del 3,3%.

A tal proposito, infatti, cosa implica l’uscita del Regno Unito dall’UE per le imprese italiane?

Il recesso del Paese dall’UE avrà particolari ripercussioni sulle imprese che abitualmente hanno rapporti di vendita, acquisto o movimentazioni di merci con il Regno Unito.  In particolar modo, potranno essere necessarie:

  • Dichiarazioni in dogana al fine di esportare merci da e verso il Regno Unito;
  • Rilascio di dati relativi alla sicurezza;
  • Licenze speciali per l’import/export di determinate merci;
  • Conformazione a norme e procedure IVA diverse da quelle vigenti in Europa.

 

Affrontare il recupero crediti nel Regno Unito

Le conseguenze di entrambe le situazioni: Covid 19 e Brexit hanno e avranno inevitabilmente impatto sui rapporti commerciali del Regno Unito. Stanno già variando i tempi di pagamento con inevitabile impatto sulla liquidità delle imprese.

Per attutire il doppio colpo di Brexit e Covid-19 sul business, il governo britannico ha dichiarato un’inversione decisa sui controlli alla frontiera. Le merci in arrivo dai paesi Ue non saranno soggette a controlli rigorosi per 6 mesi contrariamente a quanto precedentemente dichiarato. Queste dinamiche riguarderanno le merci in arrivo dai 27 paesi Ue e non l’export. La notizia rappresenta una vera boccata di ossigeno per le imprese italiane con rapporti con la Gran Bretagna dato che l’alleggerimento dei controlli faciliteranno tutte le attività che trattano merci fresche particolarmente soggette a ispezioni e vulnerabili a ritardi.

L’annuncio britannico faciliterà quindi anche le imprese italiane, ma si tratta di una misura temporanea.

 

Come affrontare dunque il recupero crediti nel Regno Unito?

Innanzitutto, recuperare crediti nel Regno Unito è più facile rispetto a molti altri paesi europei. Ciò nonostante, recuperare crediti all’estero è sempre più difficile, in quanto il debitore estero si sente protetto, inattaccabile.

Nello specifico, il sistema legale britannico presenta un orientamento al recupero crediti neutrale: né orientato dalla parte del creditore; né dalla parte del debitore.

Il recupero crediti per via giudiziale può essere portato avanti in due modi.

Il primo riguarda un’ingiunzione di pagamento che si concluderà con la formulazione di un decreto obbligatorio. Mentre la seconda riguarda la realizzazione di un processo ordinario ad accertamento pieno, la quale terminerà con una sentenza quando il credito è contestato sin dalla fase stragiudiziale.

In linea di massima è da preferire la via del recupero stragiudiziale, più snella, immediata ed efficiente.

Inoltre, con un’esperienza ultra ventennale ed una presenza internazionale ben strutturata, con sedi in diversi paesi europei, siamo il partner ideale per assistervi nel recupero dei vostri crediti nel Regno Unito.

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